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L’etica della formazione come responsabilità professionale
Gino Visciano |
Skill Factory - 13/12/2025 18:42:20 | in Home
L’etica della formazione si riferisce ai principi, ai valori e agli ideali che guidano l’agire educativo e formativo, concentrandosi sulla crescita culturale, civile e professionale della persona e sulla responsabilità di educatori e formatori. In altre parole, significa utilizzare l’educazione e la formazione per ciò che sono realmente, mettendo al centro i destinatari dell’azione educativa e formativa e le loro esigenze, senza farsi distrarre da altre finalità.

L’etica della formazione è una riflessione critica e un orientamento pratico che assicura che l’azione formativa sia non solo efficace, ma anche giusta, responsabile e orientata al bene comune e alla piena realizzazione della persona.
È POSSIBILE PARLARE DI ETICA DELLA FORMAZIONE SENZA SEMBRARE MORALISTI?
Secondo il mio punto di vista, sì.
Non solo è possibile, ma è necessario.
Basta trattare l’etica come criterio di qualità e non come elemento di giudizio.
Ecco un elenco di valori etici fondamentali nella formazione, concepiti per guidare sia l’agire educativo sia la progettazione dei percorsi formativi:
• Centralità dei destinatari: porre al centro le esigenze, i bisogni e lo sviluppo delle persone coinvolte;
• Responsabilità: assumersi la responsabilità delle scelte formative e dei loro effetti nel breve e nel lungo periodo;
• Trasparenza: essere chiari su finalità, metodi, criteri di valutazione e risultati attesi;
• Equità e inclusione: garantire pari opportunità di accesso e trattamento, valorizzando la diversità;
• Onestà intellettuale: fornire contenuti corretti, aggiornati e basati su evidenze, evitando manipolazioni o semplificazioni fuorvianti;
• Autonomia ed empowerment: favorire lo sviluppo della capacità critica e della responsabilità individuale dei partecipanti;
• Coerenza tra mezzi e fini: assicurare che metodologie, contenuti e obiettivi siano allineati;
• Sostenibilità: progettare percorsi formativi capaci di generare impatti duraturi, non solo risultati immediati;
• Rispetto della dignità: riconoscere il valore dell’esperienza e dell’apprendimento di ogni partecipante;
• Orientamento al bene comune: considerare gli effetti della formazione non solo sul singolo, ma anche sul contesto sociale e organizzativo.
Quando l’etica è trattata come criterio di qualità, consente di osservare le scelte formative sotto una luce professionale. Le considerazioni principali sono:
1. Non giudicare le persone, ma i processi e i risultati;
2. Spostare il focus dalle intenzioni agli impatti;
3. Trattare l’etica come competenza professionale;
4. Comunicare con concretezza e dati osservabili.
L’etica della formazione diventa così una leva per migliorare e assicurare la qualità della formazione, senza apparire moralisti.
IL RUOLO DEI FORMATORI E L’EQUILIBRIO TRA FORMAZIONE SINCRONA E ASINCRONA
Nel contesto dell’etica della formazione, è utile soffermarsi sul ruolo dei formatori e sul corretto equilibrio tra formazione sincrona (in presenza e a distanza) e formazione asincrona (e-learning).
Gli strumenti digitali e le piattaforme di e-learning hanno ampliato in modo significativo le possibilità di accesso, flessibilità e diffusione della formazione. In questo senso, la formazione a distanza rappresenta un supporto efficace e un amplificatore delle potenzialità di docenti e formatori.
Tuttavia, un approccio eticamente consapevole richiede di riconoscere che tali strumenti non possono sostituire completamente il ruolo del formatore. La relazione educativa, il confronto diretto e la capacità di leggere i contesti e le persone restano elementi fondamentali per una crescita professionale reale.
Questo aspetto emerge con particolare chiarezza nella formazione dei giovani, dove il contatto relazionale ed esperienziale tra studenti e docenti è centrale, e in ambiti come la formazione sulla sicurezza sul lavoro, in cui l’apprendimento non riguarda solo il trasferimento di informazioni, ma lo sviluppo di consapevolezza, atteggiamenti e senso di responsabilità. In questi casi, la comprensione reale dei rischi e delle conseguenze dei comportamenti non può essere affidata esclusivamente a strumenti di e-learning.

Un formatore competente trasmette non solo contenuti, ma anche cultura della prevenzione, attenzione e consapevolezza del rischio, elementi che nascono dall’interazione, dall’esperienza e dall’esempio.
L’etica della formazione invita quindi a ricercare un equilibrio: valorizzare le tecnologie come risorsa strategica, senza rinunciare alla presenza qualificata dei formatori, che rimane un fattore determinante per la qualità e l’efficacia dei percorsi formativi.
CONCLUSIONE
Rimettere al centro l’etica della formazione non significa introdurre nuovi vincoli né formulare giudizi, ma recuperare il senso profondo dell’agire educativo e formativo. In un contesto in cui strumenti, progetti e finanziamenti rischiano talvolta di diventare centrali, l’etica aiuta a mantenere lo sguardo orientato verso ciò che conta davvero: le persone e il loro sviluppo.
Assumere l’etica come criterio di qualità consente a dirigenti scolastici, docenti e formatori di compiere scelte più consapevoli, coerenti e sostenibili nel tempo. Non si tratta di opporsi al sistema, ma di rafforzarlo, rendendo la formazione non solo funzionale, ma autenticamente generativa.
In questa prospettiva, l’etica della formazione diventa una responsabilità professionale condivisa e una leva strategica per garantire percorsi formativi capaci di produrre valore reale, duraturo e orientato al bene comune.
Approfondimenti:
1. Buona Formazione: "Come assicurare la qualità della formazione".
2. La qualità della formazione inizia dal confronto.
3. La filiera della Formazione Professionale in Europa e in Italia.
4. Sei uno studente oppure un lavoratore? Scopri qual è il tuo livello di EQF.

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